domenica 11 luglio 2010

Concorso Internazionale di Composizione "strumenti di pace" - II edizione - concerto RAI - Rovererto - colle Miravalle

_Un sentimento del rintocco paesistico è quasi richiamo all'insegna dell'anima di Cavalcanti e citato da Calvino è 'memoria', con le sue penne sbigottite. Così ad aver vinto quest'anno nel Concorso Internazionale di Composizione "strumenti di pace" sotto la direzione di Daniel Kawka con la presenza del baritono Christian Miedl è il concerto di Andrea Portera.
   A stare a sentire, come litiganti che si accordano solo sui passaggi di parola improvvisi - anzi nemmeno tanto nascostamente sovrapponibili - sul limite di una danza rapidissima, intensa ricerca di verità nascoste da ridire con altri strumenti, altre parole. Paradossalmente l'arte che corriponde a questo moto dello spirito è proprio quella boccioninana futurista - Gli stati d'animo  o altrove potrebbe ricordare Stanton Mac Donald-Wright o un Jean René Bazaine e perché non un modo di riformalizzare la questione come sotto il gusto pittorico di Carla Accardi, dove sono i ritmi cautamente simmetrici a sfaldare omogeneità assolutistiche mostrando qualcosa di più profondo - paesaggi soggettivi. Quasi sembra che non ci sia che questo frenetico assalto, rimbrotto, con verifiche immediate, smentite autorevoli di un fagotto rispetto a qualche sibilante, nel mucchio dei violini.
    Il concerto è sintomatico, ancora pungente e sensibile. Solo il passaggio del testimone dal trittico di Portera, acclamato all'unanimità ci dice il gentilissimo Morricone che ricorda come i conti dovrebbero tornare se le regole sono giuste nei concorsi e mette il punto sull'esattezza delle menzioni invece che sull'omertà sempre più distratta, spiccatamente delittuosa talvolta e non è il solo a richiamare questo senso, questo aspetto della musica, ma ecco che l'annuncio non stona per simposio di testi, forme dello spirito direbbe Focillon: "...tre forme dell'infinito informe..." con il suo titolo eloquentemente post-bellico dedito alla sfumatura pittorica e luministica della musica per film - per paesaggio, questa volta di Morricone, un Bene sopra le parti: Jerusalem in cui si è commossi per la sensazione di visitare la città come attraverso una luce diafana del mattino, raffrescato da una pioggia appena raccolta.
Il finale espone i movimenti, ricorda i contrappunti romantici pur stando altrove con uno Schubert più intimistico: suggerisce di scegliere cosa fare nei prossimi anni, come ridurre la tragedia, come aspirare a qualcosa di più sacro che il bagno di sangue delle guerre cinico e dispersivo colpo a doppio taglio.

JOHANNES BRAHMS Ouverture "Tragica"
ANDREA PORTERA ...tre forme dell'infinito informe...
ENNIO MORRICONE Jerusalem
FRANZ SCHUBERT Sinfonia "Tragica"

Tania L. Gobbett | commissione 'giornata della memoria' e 'pace e solidarietà negli anni scorsi da cui questo blog'

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