giovedì 9 luglio 2009

] desacralizzare, come dicono i napoletani, porta male



Un dubbio a pensarci ce l'ho - ho consultato l'Atlante Geografico Internazionale del TCI e Lambach è sulla strada che da Vienna va a Linz per la Germania. Si pronuncia|Lembach|. L'etimologia storica del nome potrebbe ricordare il sacrificio degli agnelli e qualcuno ricorderà il Silenzio degli Innocenti con Hannibal il Cannibale tra le analogie - dovrebbe dire di più - comunque a pensarci il simbolo potrebbe ricordare anche una qualche trebbiatrice-mietitrice ma nel 1869 non ne esistevano, credo, almeno che non ce ne fossero di trainate da buoi; il font usato decorato con rilievo potrebbe anche essere stato ritoccato più recentemente - insomma credo che una cosa così confusa non l'ho mai vista. Mi resta il nome che ricorda l'allevamento delle pecore, degli agnelli, la lavorazione della lana.

L'unica cosa che trovo complicata in questa sorta di revisione fatta dal giornalista, è il fatto che qualcuno come Hitler ispirandosi a quel simbolo abbia poi potuto affidarsi ad una agenzia o ad un architetto, senza aggiungere qualcosa: ovvero tutto quello che lui ne ha fatto dopo, la dice lunga su come si possano deformare i significati dei simboli.

Resto dell'idea che il razzismo in ogni sua forma di qualunque paese, è una forma di banale psicosi da ignoranza - quando è grave andrebbe probabilmente preventivamente incarcerato chiunque istilli pubblicamente o privatamente al razzismo per finalità contrarie al principio biologico della varietà.
Se, detto questo, qualcuno fosse a conoscenza del motivo per cui abbiamo tre Pearl Harbour - una in Giappone, una a Est dell'Australia e una vicino all'Istmo di Panama e riesce a dirmi qualcosa di più sul problema delle somiglianze tra razze diverse tenendo conto anche della varietà aborigena e magari mi spiega se sia mai esistito un progetto razzista, a doppio legame anticomunista (anti-terrore) nei confronti dei popoli nipponici e aborigeni - facciamo prima così magari mandiamo un interrogazione perché venga legiferata una volta per tutte la causale avversa ad ogni azione contro l'umanità: induzione di psicosi da ignoranza biologica per i detrattori della varietà razziale umana - con richiesta di azione politica correttiva e informativa.

Non so se questa è una critica di superficialità o invece è un ringraziamento per aver condiviso in termini giornalistici il testo ritrovato - che il signor Vittorio Messori - a pag. 39 del Corriere della Sera di oggi dà al pubblico. Ho fatto un corso di Arte Rupestre/Rock Art durato due mesi proprio mentre mi stavo laureando in semiotica dell'arte con Paolo Fabbri, antropologo ed epistemologo, nell'estate del 2002, quindi cito con qualche fonte alla mano i testi a difesa di una critica ad un'intepretazione falsa circa lo stemma dell'abate Lambach che porterebbe, secondo questa fonte, una croce cosiddetta uncinata con ai quattro angoli le iniziali dell'abate Theoderic Hagn Abate di Lambach.

I testi: Emmanuel Anati, Les racines de la culture, Centro di studi camonici di arte rupestre, ed del centro, 1995; La religione delle origini, 1995 e 40.000 anni di arte contemporanea - Materiali per una esposizione sull'arte preistorica d'Europa; ce ne sarebbe uno su un evento comparativo mondiale ma l'ho prestato. Le sole armi citate sono coltelli e lance, in sud America, nella fattispecie in Colombia, per avere cose simili a quelle descritti dal giornalista, dovremmo parlare di uncini da pesca o di balestre adatte ad appigli fortificati, ma mi sembra che sia fuori dalla portata di una analogia spirituale, quanto dell'uso di tutti i giorni, per altro non credo precedente all'epoca del ferro - non so se in Sud America c'è un analogon dell'epoca del bronzo, invece dovrebbe esserci un periodo litico molto sviluppato, evoluto con l'estrazione di pietre che hanno assunto un valore sacro e simbolico assieme mentre dominano oro e argento - la scrittura è iconica e non mi pare di ricordare nei cartigli che ho visto armi del genere, benché l'uso di coltelli in pietra e in metallo sia diffuso anche in Val Camonica nell'epoca del ferro. Non c'è nulla del genere in Egitto: non ci sono muraglie - al massimo mi verrebbe dire dovrebbe andare a fare un giro in qualche museo della Mongolia - cercando tra le armi usate dal terribile Attila a cui forse il monastero è dedicato in memoria delle famosissime traversate montane, con tanto di elefanti. Essendo il monastero benedettino, come può ben capire anche per induzione, si trova in uno di quei processi sincretici che sono caratterizzati da una sorta di protezione catartica - non dissimile alle sacralizzazioni che hanno una destinazione eroica, di sopravvivenza di una cultura, come ne troviamo nella Spagna del sud, pitture su roccia. Qui il fondo rosso, potrebbe avere qualcosa di così antico? A me sembra di no - ricopre la classica lacca purpurea e non è nemmeno simile al bol (perché opaco e rosato leggermente), il colore rosso antico usato sotto le dorature, benché vi siano le iniziali dorate con finto rilievo, cosa che scagiona la scavata romana per certi aspetti e ne identifica un uso moderno - da cartiglio, con un carattere egizio si direbbe diffuso solo in epoca contemporanea. Forse è veramente un posticcio! per fanclub! - ma devo approfondire. L'uso della porpora invece è antichissimo e identifica il termine vita - come ben sanno gli studiosi di tutto il mondo anche per radici foniche.
Il tipico rilievo nello stemma, si discosta un po' dall'epigrafia romana e dalla capitale scavata, tanto da non far alludere ad un rombo, ad una lancia insomma, anche se la doratura potrebbe avere un valore rituale qui sembra essere prettamente decorativo, di cornice - tanto che si intona con l'idea di un timpano distrutto, monco. Se avesse guardato all'unico vero riferimento assimilabile, quello del bastone a ricciolo che invece è l'unico pastorale diffuso anche su pietra nei menhir del Portogallo e probabilmente anche in zone della penisola italiana, riconoscerebbe anche un significato forse entrato nella liturgia metrica del verso ma qui non vorrei forzare (la sticometria).

Dunque la sua interpretazione e quella di Hitler, sarebbe un falso: il monastero benedettino può essere un ex voto contro i vandali che usavano armi rotatorie e probabilemnte simili a balestre. L'altra interpretazione, quella del meandro, è precristiana, appartiene al protogeometrico-orientalizzante di origine greca, significa in genere la presenza di un meandro a gorgo, immagino che se ne voglia rintracciare un principio cosmogonico - il sole sorgendo a est e calando a ovest, in effetti potrebbe essere di interpretazione geometrico orientale come dicono gli studiosi, ma la colorazione gialla che ricorda l'oro, lo allontana dalle armi. Non mi risulta che i monaci benedettini, d'altra parte, fossero armati - ovvero che possedessero un arma. Potrebbe esserci stato un sacrario precedente a quello benedettino che ricordava il passaggio degli Unni e questo ci allontana dal principio della sua interpretazione per immergersi in una circostanziata e tribale.

Mi dispiace soprattutto che si voglia farne un segno che affonda le radici nella preistoria perché in realtà è il cerchio con all'interno la croce dell'orizzonte e del moto celeste ad avere quel carattere universale tanto più che le stelle mobili sembra percorrano la via opposta da ovest verso est (mercurio-venere per fare un esempio a febbraio sono a ovest, a luglio sono se non erro sopra la nostra testa), tanto che le bellissime costruzioni a Dolmen sono amate da tutti gli studiosi di storia dell'arte come di astronomia, oltre che di diritto e di economia - si tratta spesso di una sorta di fusione perché la croce cosiddetta greca con gli assi equivalenti è sempre semplice, mentre il cerchio designa comunanza, comunione.

Estrapolare quel segno è stato un arbitrio tra l'altro che ha gettato confusione ovunque sul significato dei simboli. Che fosse una idiosincrasia di Hitler forse fa comprendere la sua più grande misinterpretazione storica: si è trasformato nel vandalo conquistatore! Anche se facendoci credere di avere come nemici solo gli Ebrei, attualmente sto cercando di capire se la sua finalità si allargasse ai nipponici (quelli con gli occhi scuri a mandorla che troviamo dal sudamerica al giappone alla mongolia) tanto noti dalle leggende storiche di Attila che percorre l'Austria sopra la groppa di un elefante. Quello più temuto, persino dai Turchi. Se non la convince provi a guardarsi il film di Tarkovsky, Andrei Rublev forse il massimo regista contemporaneo che ha riconosciuto il tema delle icone come il tema filosofico e religioso più significativo dell'Europa e di tutte le grandi religioni - riprende il tema dei mongoli che fanno ancetta di villaggi nelle steppe della Siberia. Normalmente potrebbe anche essere epoca del ferro, ma cronologicamente quel tipo di lavorazione la troviamo nel tardo medioevo. A proposito dei nipponici, controllerei le false alleanze - magari anche Einstein è andato negli USA sotto ricatto, magari di qualche milione di persone, per fare la disastrosa bomba.

La cosa strana è l'impressione che mi fa il tutto - all'improvviso le certezze che avevo si sono diluite in un programma ancora più folle e rigido - ho persino pensato che la bomba atomica non fosse che l'ultima beffa di un mostro che ha pensato a tutto, anche a convertire il disegno di alleanze in una trappola sfruttando la fuga dei cervelli! Se ci si pensa la bomba atomica produce un effetto che sarà pure di 10 alla n potenza quello di una camera a gas con i suoi inceneritori! È persino orribile pensarlo - certo un nipponico non è ariano - ma Hitler e co - specialmente quelli dell'antropologia fisica - sono stati dei veri atroci assassini!!! La loro psicosi indotta ovunque ha sfruttato i crimini della schiavitù come leva ulteriore per uno sterminio programmato: un crimine contro l'intelligenza, la verità assoluta che tende a dimostrare con i suoi mezzi di essere dettato da povertà di spirito!!!