sabato 7 agosto 2010

estetica del vivere quotidiano speciale

...non so se è giusto giocarsi un commento prosaico - in poesia - varrebbe il frammento. Anna Chiavacci Leonardi (zia di secondo grado credo) insegna che il commento può essere un assaggio o un frammento del corpo di testo, allora, pensando è uno sguardo, a volte un'occhiata rapida e ripida, nella nebulosa fitta delle condensazioni possibili - poi alla questio aristotelica dell'essere nel mondo che si fa pura linea disegnata ma imprescindibile è sapere che non è veramente fissa: prototipo geometrico tra i più corretti, un'insieme di punti mobili - ne ho fatto un laboratorio in compresenza ma volevo farne uno in fotografia per andare diritti da un luogo al suo opposto - le shallowaters: dove vedi il fondale ed emerge la vita che c'è attorno alla costa - forse la nozione di periferia potrebbe sorprendere per somiglianza, così quella di frontiera, invece andrebbe recuperata in un contesto diverso come nel fumetto (è qui che ricordo il Vostro Tex del convegno roveretano - curiosamente e timidamente al solito - richiesto in Biblioteca) immaginavo la vista del Lago di Garda da Torbole, perché fin da piccola mi rizzava la pelle d'oca sulle braccia solo la vista - poi, come tex willer che squadra il foglio (Giulio Paolini, tipo) dal promontorio e già proporziona così in profondità che la sua descrizione etnografica si sintetizza in qualche sguardo, in un movimento del corpo, in una azione, come raccogliere da terra una traccia... ho inventato un laboratorio di narratività pensando a come partire e arrivare in una città o in un luogo paesistico - peripezie, difficoltà e colpi di scena, ricordi - ricongiungendo certi tratti di Eugenio Turri che ha scritto alcune cose degne di gusto enciclopediste: l'orizzonte, la nebbia è tutto, come a Twin Peaks (a San Francisco e anche li sono le mani a raccogliere il segno nell'orizzonte di qualcosa di filosofico del santo connesso alla città - concrezione fino alla smaterializzazione quasi, come le "onde nebbia" che travalicano il bordo collinare di Lomas Cantadas), fa parte della quinta scenica - ho usato i miei libri sulla città dell'ITC (ne ho alcuni più sociologici ma quelli dizionariali sono molto molto belli e completi, (arguti oserei dire) - è stato divertentissimo e Lisbon Story che ha l'indubbia mostruosità di mettere insieme mirabilia e itinerari riattualizzando Leonardo include la piuma davidiana egiziana e alla fine, lo sketch filmico sulla luna-sole dei Molière, a palinsesto.




Le studentesse ne hanno fatto un lavoro divertente - racconto-disegni-grafi - ho fatto una consegna indicando cosa dovrebbe contenere con una griglia valutativa soggiacente - avrei voluto che il lavoro l'anno successivo fosse messo su ppt o arrangiato... mah, tempo perso - la Preside mi giudica un'incapace, incongrunete illogica palla gonfiata...e taglia le ore di storia dell'arte, ovviously, nonostante la Gelmini abbia offerto tributo aggiungendo al pacchetto minimo, ben due ore... ma qui si sa, siamo bersagli politici, sfruttati per dare botte arlecchinesche...alla botte e al cerchio, e in più italo-inglese se c'era qualcuno da fucilare al muro, questa non potevo che essere io, no? e se fosse pulizia etnica - exempla omofoba! che pazzi - io sono convinta che 'gobbett' sia un nome di origine romana, è vero, anche se è strano nella radice inglese assomiglia a commento, frammento, pezzetto strappato, e gobetti allora? faccio ammenda - se ti puo interessare Lucia Nuti, Cartografie senza carte, ricordando il A gentil core reimpaira sempre amore del Guinizzelli come illustrazione della città armonica cortese - uno dei testi su cui ho lavorato anche per il paper Iasv di Venessia assieme a Boschini al classico nel mettere le dita, le mani nell'opera, lascia l'impronta del carattere, l'idiografia della sua personalità, lo script astratto del suo testo - illustra gli itinerari esperanti/operanti degli inglesi, i taccuini di disegni medievali da cui attinge persino il Realismo cristiano di un Delacroix e ho capito che l'architettura cosiddetta vittoriana risale all'epoca paleocristiana da lì - dalla domus fuori portaa di Roma. Bé non mi dispiace pensare che c'è un Europa cristiana che non potrà essere cancellata dall'odio o dal fanatismo algebrico aniconico e non mi importa se non vorranno scegliere la strada dell'integrazione privilegiando forme di pulizia che altro non sono che mosse turche, non importa sparire dall'orizzonte...se poi si riappare, magari altrove, salvati, curati dal non senso accidentale, è già importante essere, esserci stati e aver fatto e dato con il cuore, per chi sa pensare con questo, nonostante nessuno avrebbe dato nemmeno cinque centesmi per la mia vita intera...