martedì 22 aprile 2008

LE ISTITUZIONI DELL'UNIONE EUROPEA

L'unione Europea - Storia Istituzioni Statistiche, Istituto Geografico DeAgostini
Integrazione e cooperazioneLa specificità del sistema deriva dal fatto che le prerogative delle molteplici istituzioni non sono definite da un geometrico principio di separazione dei poteri, ma si intersecano l'una con l'altra.Ad esempio, la funzione di governo è ripartita tra vari organi: la Commissione, il Consiglio dei ministri, il Consiglio dell'UE, la Banca Centrale Europea, l'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune, l'Europol, l'Eurojust e altre autorità esecutive. Anche la funzione legislativa non appartiene ad un'unica istituzione, ma è condivisa dal Parlamento Europeo, dalla Commissione dei Consigli.Si determina così un'architettura policentrica poggiante su due basi, definite dal Trattato di Maastricht (1992), che riflettono le due spinte che hanno dato impulso all'unificazione: la cooperazione intergovernativa e l'unificazione (secondo alcuni integrazione) comunitaria. Della prima sono espressione il Consiglio Europeo e il Consiglio dell'UE allorché interviene nelle materie di politica estera e di sicurezza (PESC), e di giustizia e affari interni. In questi settori l'autonomia degli stati è molto accentuata. Della seconda sono espressione le istituzioni sovranazionali, ossia la Commissione Europea, che detiene anche il potere d'iniziativa legislativa, il Parlamento con funzioni decisionali, il Consiglio dell'UE, almeno per le competenze specifiche su determinati temi, la Corte di Giustizia e la Banca Centrale.

domenica 20 aprile 2008

L'UNIONE EUROPEA: PROFILO STORICO

Da L'unione Europea - Storia Istituzioni Statistiche, Istituto Geografico DeAgostini
L'unificazione per la paceL'Europa ha vissuto per secoli il contrasto tra due spinte di segno opposto: da una parte quella indotta da esperienze unificanti (il Cristianesimo, l'Impero Carolingio, il Rinasci-mento, l'Illuminismo) che hanno fondato un sentimento di comune appartenenza; dall'altra, quella derivata dai conflitti interconfessionali e interstatali, che ne hanno inficiato gli elmenti unitari.L'Europa Cristiana, e poi quelle carolingia, rinascimentale, illuminista, compongono altrettante immagini di un'identità mantenutasi come riferimento ideale, seppur contrastata dalle forze centrifughe delle preponderanze militari in età moderna, dei nazionalismi dell'800, dei totalitarismi del '900, che hanno scavato solchi profondi tra le diverse aree europee.I retaggi delle rivalità nazionali e le diffidenze incacrenite da secoli di tensioni non hanno spezzato il legame di reciproca comunicazione, che ha permesso all'Europa, nel 1945, in uno dei momenti più bui della sua storia, di riscoprire il proprio ruolo come centro propulsore di attività economica e culturale e, in prospettiva, come soggetto autonomo di vita politica.Fu sulle rovine della seconda guerra mondiale che l'integrazione europea iniziò il suo percorso, quando apparve evidente la perdita di prestigio degli Stati nazionali europei, divenuti pedine del nuovo sistema di equilibrio bipolare USA-URSS. Al desiderio di tornare a contare nelle relazioni internazionali si associò la volontà, maturata nelle forze democratiche e antifasciste durante la guerra, di inventare soluzioni politiche che eliminassero in modo definitivo i conflitti in Europa.La pacifica collaborazione fra gli Stati appariva la piattaforma su cui costruire la rinascita dell'Europa come entità autonoma e come motore dello sviluppo democratico e civile.

martedì 1 aprile 2008

Inizio della riflessione: chi ha rubato la marmellata di ribes?

Siamo nella giungla dei pensieri in questo inizio blogpax e come piante amazzoniche ne vendiamo aumentare le declinazioni anche se alla fine ci siamo decisi, come conservatori e restauratori dobbiamo a noi stessi almeno la riflessione. Abbiamo scelto la parola più breve - nonostante la strada sia quella più lunga: comparare alcuni momenti storici a partire ad esempio dal romanico attraverso alcune riflessioni attorno a Baltrusaitis sul presunto romanico sumero; il problema della protezione dei beni culturali nella ex Yugoslavia e la definitiva bocciatura delle guerre nel presupposto che conservare le civiltà dovrebbe essere un «impegno» all'insegna dei diritti umani, e quindi di tutti.